Reggae Tales: Under me sleng teng

di Sir Old John Pajama


Pochi giorni fa, lunedì per l'esattezza, al Public Hospital di Kingston ed all'età di soli 48 anni, si spegneva Wayne Smith.
Ora, suppongo che la maggior parte di coloro che stanno leggendo queste righe probabilmente non sappia nemmeno lontanamente chi era, o meglio chi fu, Wayne Smith.
Sarà dunque in suo onore che obbligheremo la nostra storia ad un importante balzo temporale, dal mitico album Bass Culture di Linton Kwesi Johnson del 1980 (si può leggere a tal proposito il precedente Reggae Tales qui), ad un imprecisato caldo giorno giamaicano del 1985, in cui tre ragazzi di colore stanno per creare uno dei pezzi reggae più campionati della storia della musica in levare, semplicemente cazzeggiando attorno ad una tastiera Casio MT40 come quella riprodotta nella foto qui sotto.

Il Casio MT-40 era appunto un primordiale sintetizzatore per uso domestico che contava solo 37 tasti principali e 15 piccoli tasti per i bassi. Conteneva 6 diversi tipi di beat, prevalentemente pensati per suonare rocknroll ed un tasto speciale attraverso il quale il synth era in grado di creare un arrangiamento basilare sul beat scelto. In particolare uno di questi scarni "patterns" musicali era ispirato al popolare pezzo di Eddie Cochran Somethin' else.

E' pressochè sicuro che fu proprio partendo dalla base preconfezionata per il pezzo di Cochran che Wayne Smith, Noel Davy e Lloyd James (alias King Jammy) si inventarono Under me sleng teng. L'apporto di Smith fu certamente quello più determinante, perchè oltre a scrivere il testo del pezzo (niente più che un usuale inno alla ganja) fu quello che assieme a Noel Davy (proprietario della tastiera) ne ricavò il ritmo, rallentando il beat del Casio fino a piegarlo alle esigenze di una canzone reggae. Sempre Smith scelse la giusta base per il tappeto musicale e toccò poi a King Jammy il lavoro di rifinitura della ritmica finale.

Sarà difficile per i più capire oggi l'unicità di un pezzo come Under me sleng teng. Sostanzialmente questa canzone è la matrice genuina di tantissima spazzatura sintetica che, inflazionandone piglio e sound, infesterà il mondo della musica reggae dalla fine degli anni 80 fino a tutti gli anni 90. Ma all'epoca la trovata di Smith e soci introdusse in quella musica una nuova forma di canzone che sul pianeta in levare nessuno aveva mai sentito prima. La completa assenza di un vero e proprio giro di basso e la costruzione della linea melodica completamente affidata all'elettronica era qualcosa che davvero i sound systems non avevano mai passato.
Se si pensa alla storia di un genere che tradizionalmente è sempre stato attento a premiare le piccole rivoluzioni nella ripetitività delle sue forme ed a poggiare il suo mito su alcune preziosissime importanti tracce, più che sui pochi inarrivabili album fondamentali, non si potrà che concludere che questa non fu cosa da poco.
Ecco perchè oggi Under me sleng teng merita un posto di tutto rispetto in qualsiasi discografia reggae che si rispetti, non foss'altro (e all'epoca fu anche un clamoroso successo) perchè attualmente è la canzone del genere che vanta più rifacimenti, remix e rivisitazioni. Infiniti...Wikipedia parla di almeno 380 diverse versioni accumulatesi dalla sua pubblicazione fino ai giorni nostri.
Non male, se si pensa a Smith e soci che cazzeggiano attorno a un vecchio Casio MT-40 con soli 37 tasti.

Tante cose allora nel Regno di Jah, mr. Wayne. Riposaci in pace.

5 commenti:

  1. A proposito di Cochran, quand'è che farete un bel pezzo su di lui? Uno dei più grandi di sempre!

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    1. Come non darti ragione. Mi rendo disponibile per dedicargli un dio del mese...resta collegato.

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  2. Che cazzo di titolo mettete, sfigati...sarebbe stato meglio "Wayne Smith, a reggae tale"...
    Ne avete di "erba" da mangiare, poppanti...

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    1. Sembra quasi un mare l'erba e leggero il mio pensiero vola e va o quasi....Seimani....merdaaaaaa...nanannananannanananananan!

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