Parola d'Ordine: Attacco Massivo!

Di Maurisio Seimani, DJ Macionela, RSK.


Esistono grandi gruppi e grandi album. E poi c' è qualcuno che riesce ad andare oltre. Esistono cioè gruppi la cui comparsa lascia fin da subito segni indelebili nella storia della musica, opere che riescono a segnare un solco netto fra il prima e il dopo, nel quale tutti gli altri si ritroveranno volenti, o nolenti, ad inciampare. I Massive Attack apparvero sulle scene nei primi anni 90 esattamente con questo piglio, quello proprio di chi sa perfettamente che con quanto sta facendo sta lanciando "il boccino" un po' più in là.  Lascio dunque qui sotto la loro celebrazione quale DIO DELL'ANNO agli esimi cani d'attacco DJ Macionela e RSK, per ripercorrere le avvincenti tappe di un cammino musicale incendiario, ben sintetizzato fin dalle origini già dal nome stesso che il Dio ebbe a darsi. E allora, se attacco massivo fu, che attacco massivo sia!
Un buon anno a tutti i Musicanidi,
Maurisio Seimani


Re-birth of the cool (call it "trip hop", babe...)
di DJ Macionela

Strano a dirsi ma, ultimamente, quando mi chiama il Direttore Seimani è sempre per scrivere qualcosa sui MASSIVI. Ennò, ho detto al Lurido, questa volta non spreco i miei polpastrelli per un post e via! Questa volta dev'essere un superpezzo, IL pezzo dell'anno, IL DIO DELL'ANNO.
Massì dai, raccontaci ancora le tue vecchie storie bristoliane di fine anni '80, son così piaciute ai nostri lettori, mi fa The Human Shit. Ma son tutte vere o sono solo i vapori alcoolici di quelle grigie serate inglesi? Insisteva Seimani, voleva sapere tutto di Bristol, di quell'inverno del '88, di quella cittadina marittima dove la vita scorreva placida sulle sponde dell'Avon. 
Ero nel quartiere di St.Pauls, dove avevo affittato una camera, la zona dei pub. La birra calda e poco gasata era la mia compagna. C'erano anche le donne ma valevano ben poco, erano piaceri effimeri. Mi direte, e i Massive Attack? Entrano prima o poi in questa sordida e triste storia? Certo, era sera, ricordo i bassi che spingevano sulla soglia d'ingresso di un locale. Entrai e subito mi avvolse un drumming lento, molto lento e down tempo. Ma: "what is it", dissi a bassa voce fra me e me, "Bristol Sound", rispose schietto un gigante mulatto. Il downbeat appesantiva e trascinava l'atmosfera verso territori molto oscuri e malinconici. Mi feci largo fra i presenti per arrivare ai piedi di un minuscolo palco dove un gruppo di ragazzi proponeva questo strano hip-hop buio e misterioso. Thank You urlava dal microfono Mr.3D, this is Wild Bunch Soundsystem. Wild Bunch ? Di Mucchio Selvaggio ricordavo solo un bellissimo film e una ricca rivista musicale. Soundsystem? Dove ne avevo già sentito parlare? Forse in Giamaica? Già, forse in qualche old reggae tale.
Alcuni ballavano, anzi, arrancavano e si molleggiavano mentre altri preferivano godersi il viaggio tripposo su divanoni vellutati. I suoni inquieti si mescolavano a una tensione ritmica che ricordava un "reggae senza sole", un dub visionario. I campionamenti "old film style" seguivano sinuosi il cantato rap, a tratti addirittura soul. This is not hip hop, ripeteva ossessivamente sottovoce un certo Tricky Kid, this is not hip hop, this is not hip hop...this is…TRIP-HOP urlai come investito da una folgore divina squarciando il sottovuoto che si era creato. Mille occhi si girarono verso di me. Trip-hop? disse il bestione rasta dai grandi labbroni sul palco. Yeah guy, good idea, it's a trip-hop! In un attimo fui circondato da strani personaggi estratti a caso dal melting pop britannico. Ora mi uccidono, pensai.
Iniziai a ricevere sonore pacche ma di approvazione, fortunatamente! It’s a massive attack, dissi sorridendo. Massive attack? Iniziarono a ripetermi Robert "3D" Del Naja, Grant "Daddy G" Marshall e Andrew "Mushroom" Vowles. Erano alla disperata ricerca di un nome per lanciare il loro primo singolo “Any Love” e Massive Attack faceva veramente paura, in tutti i sensi. M’invitarono a un tavolo per brindare, l’attacco massivo questa volta fu lanciato dal fiume in piena di birra che annebbiò del tutto la mia serata. Non mi resi conto di quanto avevo seminato fino a quando venne alla luce nel 1991 il loro primo album Blue Lines.

Infine arrivò Blue Lines e fu subito dichiarato capolavoro, come album imprescindibile, come lavoro seminale e mille altre cazzate simili. Blue Lines fu l'inizio di una bellissima storia, fatta di picchi altissimi e tantissimi bassi, di vibrazioni sottili ma profonde che viaggiano nel cervello ma soprattutto nel corpo. Blue Lines è un disco oscuro con pochi abbagli, è un lavoro condiviso, costruito da mille idee e mille partecipazioni (Tricky Kid e Horace Andy su tutti). Blue Lines è la passeggiata per strada di Shara Nelson in Unfinished Sympathy (e chi non la conoscesse vada pure immediatamente a fanculo). Blue Lines è la scintilla dell'hip-hop newyorchese che squarcia il buio del profondo dub giamaicano. Blue lines è elettronica, campionamenti in serie, è nuova psichedelia, dolci voci soul, è rap. Blue Lines è un grande calderone d'idee da cui si svilupperanno altre mille idee.
Blue lines è un album seminale? Ok, dico pure io una cazzata. E'un fottuto capolavoro imprescindibile.

Protection and...perfection
di RSK

E ATTACCO MASSIVO sia dunque! Non che ci fossimo dimenticati di loro su queste pagine a dire il vero, ma sottolineare e certificare la grandezza di questo gruppo che fa ormai parte della storia della musica, conferendogli il titolo importantissimo di Dio dell'Anno sembra proprio il minimo. Non a caso prendono il testimone da un altro gruppo, fondamentale, come i Pink Floyd con i quali pur non condividendo, forse, la caratura discografica condividono però la stessa capacità di creare e inventare musica ergendosi a sommi rappresentanti del genere. I Massive Attack di Protection (1994) come già ampiamente sottolineato dal sottoscritto in questo post, sono già alfieri di un nuovo genere nato sul finire del secolo e che mescolando hip hop, elettronica e dub, di conseguenza reggae, creano quel trip hop che nel rapido volgere del decennio successivo porterà alla pubblicazione di enormi capolavori. 
Se Protection dunque segna un ulteriore trampolino di lancio del gruppo e del genere sopra indicato Mezzanine (1998) può considerarsi l'approdo mainstream e il manifesto più fulgido. Una raggiunta "perfezione" stilistica, per alcuni un eccessivo infighettamento, per un disco atteso e idolatrato a prescindere, da schiere di nuovi "fans" del Bristol Sound; passato ormai per i canali più commerciali dell'entertainment. Dalle radio alle televisioni, dai club agli stadi, dalle colonne sonore di film, serie e videogames; dall'iniziale Angel alla conclusiva (Exchange) i Massivi sono il mood del momento. Con loro e ancor più in questo disco, rimescolare diventa un'arte non più minore ma assoluta. I riferimenti all'hip hop fanno nascondino dietro ai ben più visibili omaggi alla new wave soprattutto britannica degli '80, che non disdegnava le incursioni nella musica rock. Difficile scegliere un pezzo che rappresenti completamente il disco ma non si può non citare, anche per il fondamentale connubio musica-immagini, Teardrop con la voce incredibile di Liz Fraser che sferza il "noir" del disco (ma anche del genere) con una luce abbagliante. La magica danza del feto nel liquido amniotico e quei lampi di bianco che contrastano il nero, crea un immaginario difficile da rimuovere e che a distanza di quasi un ventennio riassumono perfettamente lo stile del gruppo. Mezzanine segna anche l'introduzione di strumenti veri e non solo campionati nella musica del gruppo in studio e soprattutto dal vivo. Un successo planetario e irripetibile. La cima della montagna, la vetta, la cuspide. Facile precipitare nel vuoto e perdersi. Soprattutto perdersi. Ed è forse anche per questa ragione che la storia dei Massive Attack nel XX° secolo finisce qui.


Bisogna, con una certa dose di pazienza, attendere il 2003 per rivedere o meglio riascoltare i Massivi all'opera! In realtà il gruppo non c'è più. E' rimasto solo lo scugnizzo Del Naja che sforna, a mio parere, il disco più sottovalutato dell'intera discografia. Il noir fighetto di Mezzanine esce dalle stanze buie e chiuse nel quale era stato relegato ed esplode verso una dimensione esterna. Le angosce psicologiche e morbose degli individui diventano collettive. E' il segno del nuovo secolo, un secolo in cui tutte le paure narrate sul finire del precedente prendono forma, non incombono perchè semplicemente già sono. Terribile negli intenti quanto geniale nei contenuti, Del Naja, pur senza mai mancare di rispetto alla storia del gruppo plasma a sua immagine e somiglianza 100th Window fin dall'iniziale angosciante Future Proof proseguendo con la voce di Sinead'O Connor, azzeccatissima. Dalla prima guerra del golfo, da cui prende il nome originariamente il gruppo, alla seconda guerra in Iraq il passo è breve ma lunghissimo e questa volta anche la componente più politica o ideologica prende il sopravvento. Siamo isole, è vero, ma non più nel deserto, piuttosto in un oceano di incomprensione. Violenza, guerra, lutti e orrori. Anche per gli ex ragazzi di Bristol è cominciato il XXI° secolo.

E dunque? Dunque, rimbocattesi le maniche, si ricomincia. I ritmi sono quelli cadenzati, lenti e compassati del downtempo. Certo bisogna in qualche modo contrastare la frenesia dei tempi che corrono e corrono maledettamente in fretta. Altri 7 anni! Dopo il manifesto programmatico della centesima finestra, arriva nel 2010 Heligoland. Nella teoria un Protection parte 2: disomogeneo, senza punti di riferimento chiari, disco di singoli. Alcuni seri, altri faceti ma in generale un album più solare, più centrato sulla musica massiva, meno sui contenuti. Heligoland rilancia nuovamente la carriera di un gruppo, di nuovo gruppo, ancora in piedi, ancora presente. Non un grido di battaglia, non un nuovo mood per i nuovi tempi, ma una traccia del nuovo passaggio della cometa Massive Attack sulla terra come a voler dire: "Noi ci siamo...ancora".
Del resto al di là della discografia ufficiale a nome Massive Attack i nostri DIO DELL'ANNO 2016 ci hanno abituato a esserci eccome con progetti paralleli, Dj Kicks, colonne sonore (per dovere di cronaca citiamo Danny The Dog del 2004) e remix come No Protection del 1995 con l'apporto fondamentale del Mad Professor.
Un dio Dell'anno da leccarsi le orecchie che si appresta nel 2016 a tornare in Italia per tre concerti, che si terranno il 12 e il 13 febbraio al Fabrique di Milano e il 14 febbraio al Gran Teatro Geox di Padova. I pionieri del trip hop hanno ormai annunciato  tutte le date del nuovo tour europeo, che partirà a gennaio da Dublino e li vedrà impegnati nei primi due mesi del nuovo anno.
Insieme al calendario live, Robert “3D” Del Naja e Grant “Daddy G” Marshall hanno anche svelato di avere un nuovo album all’orizzonte, che verrà pubblicato nei prossimi mesi e sarà il sesto lavoro in studio del duo di Bristol, a cinque anni di distanza dall’ultimo.Un Attacco Massivo in piena regola!


Nessun commento:

Posta un commento